Reati Informatici
Cosa si intende per "reati informatici"?
Con la definizione di “reati informatici” si intende fare riferimento a quelli introdotti nel Codice Penale dalla Legge 547/1993 e, limitatamente ai soli casi di particolare complessità, a quelli commessi mediante l’impiego di tecnologie informatiche o telematiche. La valutazione della complessità del procedimento, in questo secondo caso, è rimessa all’apprezzamento del Magistrato Coordinatore.
In particolare, intendiamo qui fare riferimento ai seguenti fenomeni illeciti:
DIALER (NUMERAZIONI A VALORE AGGIUNTO)
FURTO DI IDENTITÀ SEMPLICE
VIOLAZIONE ACCOUNT
ACCESSO EMAIL
ALTRO ACCESSO ABUSIVO A SISTEMI INFORMATICI
TRUFFA E-BAY O SU ALTRE PIATTAFORME DI E-COMMERCE
BONIFICO/RICARICA DISCONOSCIUTA (PHISHING)
RICICLAGGIO ELETTRONICO PROVENTI ILLECITI (CYBERLAUNDERING)
CARTE DI CREDITO
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Quale è la competenza territoriale per i reati informatici?
Ai sensi della Legge 48/2008, è stata introdotta la competenza territoriale su tutto il Distretto di Corte d'Appello del Tribunale di Milano laddove si tratti di uno dei seguenti reati previsti del Codice penale: "615-ter, 615-quater, 615-quinquies, 617-bis, 617-ter, 617-quater, 617-quinquies, 617-sexies, 635-bis, 635-ter, 635-quater, 640-ter e 640-quinquies".
A seguito del notevole impatto di tale Legge sulla gestione delle indagini, il Procuratore ha formalizzato delle direttive per la Polizia Giudiziaria del Distretto di Milano "sui primi accertamenti investigativi in materia di reati informatici" (in vigore dal 1 luglio 2011).
Organizzazioni criminali transnazionali e truffatori del commercio amatoriale online sono gli estremi della delinquenza informatica tradizionale. Per le vittime non cambia molto che l’aggressore sia l’uno o l’altro: sempre una violenza è stata subita, un patrimonio depredato, la disponibilità allo scambio minata. Alle persone lese in via diretta – siano esse donne, uomini o imprese - si sommano quelle in via indiretta: le comunità, i mercati e le Istituzioni locali, che di esse sono i primi interlocutori.
Complessivamente, danni per milioni di euro e migliaia di vittime. Al dettaglio, il patrimonio frodato alla persona non sempre è tale da convincere a costituirsi parte civile, cioè a sostenere le spese, il tempo e le possibili delusioni del processo contro autori di reato che normalmente hanno speso tutto e nessun bene hanno per risarcire.
Per chi è stato truffato, al trauma subito ed alla perdita economica sempre soggettivamente importanti, si somma il ruolo pubblico marginale o del tutto silente della parte lesa, specie se il tipo di processo non ne prevede la voce. La vittima che ha subito il danno materiale ed il trauma avverte nuova violenza: nessuno la ascolta. Di essa non si dice, resta vittima ineffabile.
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Ricerca e formazione permanente
Indagare le attività illecite, per le tipologie di reato di competenza, implica competenze giuridiche e tecnico forensi mantenute allo stato dell'arte. Serve inoltre una comprensione in senso ampio dei comportamenti, delle tendenze e delle forme di fenomeni criminali ad alto tasso di innovazione e creatività. Tutti lesivi di interessi materiali e, con crescente insistenza, di diritti costituzionalmente protetti.
Mantenere adeguata la propria competenza è essenziale. Notevole è il fabbisogno di formazione permanente, di tempo dedicato alla ricerca, alla sistematizzazione delle esperienze e di acquisizione di conoscenze non strettamente tecnico-giuridiche.
Per tali ragioni sono state approntate risorse, di cui questa pagina è un esempio; ipotesi organizzative interne per rendere meglio fruibili i dati qualitativi e quantitativi accumulati negli anni, vero giacimento culturale dell'esperienza cumulata; ipotesi di lavoro volte alla prevenzione, di cui l'originario accordo con il Comune di Milano è esempio, oltre ad una riflessione sulla questione della vittima in concreto e delle competenze disciplinari utili alla propria attività, di cui sono ulteriore esempio le occasioni di scambio in corso con alcune cattedre universitarie, gli incontri di livello con i principali operatori del web, gli ordinari rapporti istituzionali con gli omologhi attori europei.
Si tratta di attività non necessariamente precluse ad aiuti esterni.
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Sempre in collaborazione con il Comune di Milano tra il 2012 e il 2013 è giunto a conclusione il primo workshop sull'incontro con la vittima. Un percorso introduttivo per il personale di Polizia Giudiziaria, usualmente il primo interlocutore istituzionale che incontra la persona offesa dal reato dopo l'aggressione.
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