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Reati Informatici - Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano

Online dal 10 febbraio 1999
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Reati Informatici

I reati informatici erano originariamente trattati da un pool, nato all’interno del VII Dipartimento (pool reati contro il patrimonio), quale modello organizzativo congruo a dinamiche criminali all’epoca nuove.

Dal 2012 fino al marzo 2018 i reati informatici sono rientrati nelle competenze del Dipartimento antiterrorismo. Attualmente rientrano tra le competenze del IV Dipartimento (frodi e tutela del consumatore) composto da un Procuratore Aggiunto Coordinatore e da 7 Pubblici Ministeri.

Così come tutta la Procura, anche per i reati informatici il IV dipartimento si avvale di Ufficiali e Agenti di Polizia Giudiziaria (Squadra reati informatici), oltre che di consulenti esperti in aree tecnico-scientifiche e nelle discipline criminologiche.

Gli uffici sono al IV e V piano del Palazzo di Giustizia di Milano.

Cosa si intende per "reati informatici"?


Con la definizione di “reati informatici” si intende fare riferimento a quelli introdotti nel Codice Penale dalla Legge 547/1993 e, limitatamente  ai soli casi di particolare complessità, a quelli commessi mediante l’impiego di tecnologie informatiche o telematiche.  La valutazione della complessità del procedimento, in questo secondo caso, è rimessa all’apprezzamento del Magistrato Coordinatore.


In particolare, intendiamo qui fare riferimento ai seguenti fenomeni illeciti:

  • DIALER (NUMERAZIONI A VALORE AGGIUNTO)

  • FURTO DI IDENTITÀ SEMPLICE

  • VIOLAZIONE ACCOUNT

  • ACCESSO EMAIL

  • ALTRO ACCESSO ABUSIVO A SISTEMI INFORMATICI

  • TRUFFA E-BAY O SU ALTRE PIATTAFORME DI E-COMMERCE                                                           

  • BONIFICO/RICARICA DISCONOSCIUTA (PHISHING)

  • RICICLAGGIO ELETTRONICO PROVENTI ILLECITI (CYBERLAUNDERING)

  • CARTE DI CREDITO


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Quale è la competenza territoriale per i reati informatici?


Ai sensi della
Legge 48/2008, è stata introdotta la competenza territoriale su tutto il Distretto di Corte d'Appello del  Tribunale di Milano laddove si tratti di uno dei seguenti reati previsti del Codice penale: "615-ter, 615-quater, 615-quinquies, 617-bis, 617-ter, 617-quater, 617-quinquies, 617-sexies, 635-bis, 635-ter, 635-quater, 640-ter e 640-quinquies".

A seguito del notevole impatto di tale Legge sulla gestione delle indagini, il Procuratore ha formalizzato delle direttive per la Polizia Giudiziaria del Distretto di Milano "sui primi accertamenti investigativi in materia di reati informatici" (in vigore dal 1 luglio 2011).


Collaborazioni interistituzionali

Con una serie di attività ispirate anche alla Direttiva 2012/29/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio, dal 2010 il pool reati informatici - prima con l’Assessorato alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca del Comune di Milano, poi con  l’Ordine degli Avvocati di Milano - aveva avviato una collaborazione interistituzionale per il contrasto al crimine informatico ed a maggior tutela delle vittime di tali reati.
In tale contesto, nel marzo 2014 era stato da ultimo attivato dal Comune di Milano il Fondo per le attività risarcitorie derivanti da crimini informatici.
Da ultimo (marzo 2017), grazie a un accordo di cui è parte anche la Prefettura, il Fondo ora è esteso a tutte le tipologie di reato in cui sono coinvolte vittime “vulnerabili”.


La vittima, al centro

Organizzazioni criminali transnazionali e truffatori del commercio amatoriale online sono gli estremi della delinquenza informatica tradizionale. Per le vittime non cambia molto che l’aggressore sia l’uno o l’altro: sempre una violenza è stata subita, un patrimonio depredato, la disponibilità allo scambio minata. Alle persone lese in via diretta – siano esse donne, uomini o imprese - si sommano quelle in via indiretta: le comunità, i mercati e le Istituzioni locali, che di esse sono i primi interlocutori.
Complessivamente, danni per milioni di euro e migliaia di vittime. Al dettaglio, il patrimonio frodato alla persona non sempre è tale da convincere a costituirsi parte civile, cioè a sostenere le spese, il tempo e le possibili delusioni del processo contro autori di reato che normalmente hanno speso tutto e nessun bene hanno per risarcire.
Per chi è stato truffato, al trauma subito ed alla perdita economica sempre soggettivamente importanti, si somma il ruolo pubblico marginale o del tutto silente della parte lesa, specie se il tipo di processo non ne prevede la voce. La vittima che ha subito il danno materiale ed il trauma avverte nuova violenza: nessuno la ascolta. Di essa non si dice, resta vittima ineffabile.


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Come chiedere aiuto?


Tramite queste pagine non è possibile inviare denunce. Le denunce vanno presentate alle Forze dell’ordine oppure all’ufficio ricezione atti della Procura.

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Segnaliamo l'attivazione di uno Sportello di Orientamento Legale Gratuito per le vittime dei reati informatici: i cittadini che vorranno avere maggiori informazioni e conoscere gli strumenti per tutelarsi da frodi e reati informatici potranno rivolgersi allo Sportello,  accedendo al servizio tramite l’apposito sito Internet dell’Ordine degli Avvocati di Milano.
Un team di Avvocati accuratamente selezionati si occuperanno dell'esame preliminare del caso e forniranno un orientamento al percorso legale da intraprendere, indicando ai cittadini se necessario gli adempimenti per avviare una azione legale.
E’ stato inoltre istituito, sempre presso l'Ordine degli Avvocati di Milano, un elenco di Avvocati specificamente competenti nella trattazione dei reati informatici a tutela della persona offesa da tali reati, che patrocineranno applicando tariffe più agevolate.

Ricerca e formazione permanente


Indagare le attività illecite, per le tipologie di reato di competenza, implica competenze giuridiche e tecnico forensi mantenute allo stato dell'arte. Serve inoltre una comprensione in senso ampio dei comportamenti, delle tendenze e delle forme di fenomeni criminali ad alto tasso di innovazione e creatività. Tutti lesivi di interessi materiali e, con crescente insistenza, di diritti costituzionalmente protetti.

Mantenere adeguata la propria competenza è essenziale. Notevole è il fabbisogno di formazione permanente, di tempo dedicato alla ricerca, alla sistematizzazione delle esperienze e di acquisizione di conoscenze non strettamente tecnico-giuridiche.

Per tali ragioni sono state approntate risorse, di cui questa pagina è un esempio; ipotesi organizzative interne per rendere meglio fruibili i dati qualitativi e quantitativi accumulati negli anni, vero giacimento culturale dell'esperienza cumulata; ipotesi di lavoro volte alla prevenzione, di cui l'originario accordo con il Comune di Milano è esempio, oltre ad una riflessione sulla questione della vittima in concreto e delle competenze disciplinari utili alla propria attività, di cui sono ulteriore esempio le occasioni di scambio in corso con alcune cattedre universitarie, gli incontri di livello con i principali operatori del web, gli ordinari rapporti istituzionali con  gli omologhi attori europei.

Si tratta di attività non necessariamente precluse ad aiuti esterni.

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Formazione per la Polizia Giudiziaria

Il IV Dipartimento cura anche la formazione e l’aggiornamento professionale della Polizia Giudiziaria nelle materie attinenti gli accertamenti informatici nelle investigazioni penali.
                                                                    
I materiali degli incontri sono disponibili previa iscrizione ad una  piattaforma ad accesso riservato alla Polizia Giudiziaria del Distretto.    

Richiedi l'accesso alle aree riservate alla P.G.                                                                           

In collaborazione con il Comune di Milano - Assessorato alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e ricerca nel 2012 si è dato poi avvio ad un corso di formazione a distanza (FAD) aperto a tutti gli operatori di Polizia Giudiziaria del Distretto di Corte d’Appello, con una flessibilità modulare per la fruizione dei contenuti,  secondo la competenza acquisita. Il corso di formazione si è concluso a dicembre 2014 ma a breve ne prevediamo una nuova edizione.

Sempre in collaborazione con il Comune di Milano tra il 2012 e il 2013 è giunto a conclusione il primo workshop sull'incontro con la vittima. Un percorso introduttivo per il personale di Polizia Giudiziaria, usualmente il primo interlocutore istituzionale che incontra la persona offesa dal reato dopo l'aggressione.

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Sito web interamente realizzato da Personale dell'Ufficio
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